Buffo nome MoFi! C'è chi lo pronuncia semplicemente "mofi" o chi si sente più anglosassone e lo pronuncia "mofai". Mi informerò, ma intanto mi piace dire "mofi" anche perché altro non è che l'abbreviazione di Mobile Fidelity Sound Lab. E allora la cosa non è per niente buffa, anzi... la cosa si fa molto seria!
Mobile Fidelity Sound Lab è stato il pioniere indiscusso e leader nelle registrazioni audiofile sin dalla nascita dell'azienda nel 1977. Mobile Fidelity ritiene che la produzione del Master debba essere neutrale e trasparente. L'idea essenziale è di svelare tutte le informazioni musicali dettagliate sulla registrazione master originale senza aggiungere deterioramento, colorazione o altri artefatti sonori. La scritta che troviamo sui vinili e CD di loro produzione "ORIGINAL MASTER RECORDING" ci garantisce tutta questa filosofia di lavoro.
Attingendo da 40 anni di esperienza nella produzione di vinile e appoggiandosi a storici tecnici del settore audio HIFI (in primis Tim De Paravicini e Allen Perkins) nasce MoFi ELECTRONICS, divisione che si occupa di produrre giradischi ed elettroniche capaci di restituire all'utente finale il massimo dalle registrazioni su disco nero. Non a caso il motto di MoFi è "FROM THE STUDIO INTO YOUR HOME". Il catalogo dei prodotti è molto semplice, composto fondamentalmente da 2 livelli di allestimento comprendenti giradischi, testina e prephono: la serie base STUDIO e la serie superiore ULTRA. Inoltre è disponibile una ulteriore testina top di gamma denominata MASTER; le testine sono comunque tutte MM a Magnete Mobile.
REGGIO HIFI è rivenditore ufficiale MoFi; linkando al distributore italiano HIFIGHT potete trovare prezzi e specifiche di tutto il catalogo CLICCA QUI
Approfitto dell'occasione per fare una breve riflessione. Tanti clienti ed amici mi chiedono se ha ancora senso comprare vinili e se non basta un qualunque giradischi per ascoltarli...
Non mi dilungo troppo sulla parte "romantica" dell'argomento. Il disco nero, così come ad esempio i libri e gli orologi, conserva quel fascino fisico materiale che lo renderà sempre un oggetto del desiderio. Ma questa cosa è molto soggettiva ed ognuno può godere o meno dall'utilizzo di questo formato.
Oggettivamente parlando invece, il vinile rimane un formato tecnicamente validissimo e al passo con i tempi. La capacità di immagazzinare informazioni nei solchi è elevatissima. Una buona catena produttiva (registrazione, stampa, riproduzione), regala risultati di ascolto notevoli.
Quindi basta un qualunque giradischi?
La faccio breve e semplice: io penso che un vinile sia un pò come una bottiglia di buon vino. Hai sete? Bevilo, magari bello freddo. Ti vuoi ubriacare? Bevine tanto. Ma se te lo vuoi GUSTARE veramente sai benissimo che ci vuole qualche accorgimento in più. Un buon rosso corposo servito a 16-18°C è capace di regalarti profumi e sapori che bevuto freddo non riusciresti mai ad individuare. E un bel calice grande a coppa larga aiuterà i profumi a raggiungere il naso. Sono le sfumature e i dettagli che tante volte fanno la differenza. E per il disco vale lo stesso discorso. E' semplicissimo farlo suonare, ma non è altrettanto semplice farlo suonare bene! La testina che legge il solco, il braccio che la guida con precisione, il piatto che smorza il rumore di fondo, sono solo alcuni parametri fondamentali nella buona resa di un disco. Recuperare il massimo di informazioni dai solchi di un vinile, altro non è che renderne più piacevole l'ascolto.
Ed è anche il modo migliore per rendere merito a musicisti e tecnici del suono, che tanto hanno lavorato per la buona realizzazione del disco. Come quel semplice suonatore di Triangolo nascosto in mezzo al tripudio dell'orchestra, che se lì ce l'hanno messo, un qualche motivo ci sarà...
PLAY → Corinne Bayley Rae - Put Your Records On
Buon Ascolto
#ilsuonolemozione
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